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Il massaggio zonale riflesso del piede si fonda sugli studi e sulle osservazioni del Dott. William H.

Fitzgerald (1872-1942). Fu lui a dividere il corpo umano in 10 zone longitudinali che, partendo dalla punta delle dita percorrevano la testa e il corpo per arrivare ai piedi.

A determinati punti del piede corrispondono gli organi interni, che possono pertanto essere trattati con la Riflessologia.

 

Nel suo libro "La terapia zonale" il Dott. Fitzgerald riporta importanti informazioni tra le quali:

• Già circa cinquemila anni fa, in India e cina venivano effettuati trattamenti mediante la pressione di punti.
• In Europa Centrale intorno al 1852 i medici Adamus e A'tatis descrivevano metod simili. E più o meno nella stessa epoca il Dott. Ball, pubblicò un testo sul trattamento mediante compressione, di determinati punti di organi lontano da essi.
• Lo scultore fiorentino Benvenuto Cellini (1500-1571) venne trattato per dolori diffusi all'intero corpo, mediante la pressione di punti situati sulle mani e sui piedi.
• Il presidente americano Garfield (1831-1881) riuscì a far diminuire fino alla scomparsa, dolori di ferite in seguito ad un attentato.
• Le tribù indiane hanno sempre conosciuto e utilizzato le relazioni riflesse per trattare le loro malattie.

 

Uno dei concetti fondamentali di questa tecnica è quello della zona riflessa.

La denominazione di <<zona riflessa>> è sempre stata utilizzata in terapia manuale, soprattutto in stretta relazione con la manifestazione riflessa nervosa.

I riflessi in senso strettamente medico, sono stati definiti da Pschyrembel come: <<contrazioni muscolari transitorie ed involontarie che possono essere indotte da stimoli esterni sotto la mediazione di un organo centrale (per esempio il midollo spinale)>>.

Per ciò che concerne la Riflessologia e le zone riflesse del piede, il lavoro riflesso non è specificatamente diretto alle vie nervose, ma deve essere inteso secondo due modalità:

• Come riflesso dell'intero corpo su una piccola superficie (piede).
• Per una determinazione di particolari zone del piede, secondo una relazione energetica diretta con gli organi.

Sia la terapia zonale (che al giorno d'oggi rappresenta la base principale della riflessologia) sia la terapia dei meridiani, si basano sulla premessa che i "canali" di energia attraversano tutto il corpo, collegandone gli organi e le parti.

In estrema sintesi non esiste una sola teoria valida su come funziona la riflessologia, ma quello su cui tutti riflessologi sono d'accorso, indipendentemente dalle tecniche che adottano e dalle teorie in cui credono è che:

• Tutte le parti del corpo si rispecchiano nel piede secondo un sistema di riflessi.
• L’obiettivo del riflessologo è di stimolare questi riflessi.

La pressione viene applicata sulle aree riflessogene utilizzando precise tecniche di manipolazione con il pollice e con le altre dita della mano. Il trattamento di riflessologia apporta diverse alterazioni fisiologiche perché stimola il potenziale autocurativo del corpo stesso.

Un buon praticante necessita di mani forti ma sensibili, di un desiderio genuino di alleviare dolori e sofferenze, di intuito, compassione e comprensione della natura umana.

Lo scopo della riflessologia è di far scattare i meccanismi che portano all'omeostasi, cioè a uno stato di equilibrio e armonia.

 

Ricordiamo inoltre che nel corpo umano esistono molte altre zone e sistemi riflessi o microsistemi:

• Mano.
• Piede.
• Orecchio.
• Cranio.
• Naso.
• Faccia.
• Occhio.
• Secondo dito della mano.
• Polsi e caviglie.
• Addome.

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